Alberto Pian

“REFRACTIVE”. L’UMANITÀ DEI PERSONAGGI ATTRAVERSO LO SCAMBIO DEL PUNTO DI VISTA

Possiamo esprimere tutta l’umanità dei personaggi grazie alle tecniche di “refractive” con le quali l’intimità delle persone e i loro differenti sguardi e punti di vista passano da uno all’altro. A esempio lo vediamo nella scrittura, con Un divorzio tardivo e nel cinema con La sottile linea rossa.

Nel romanzo Un divorzio tardivo, Abraham Yehoshua, 1982, adotta una narrazione basata sul punto di vista di diversi personaggi, di volta in volta espresso in prima persona.

Ogni giorno della settimana della Pasqua ebraica viene raccontato da un diverso membro della stessa famiglia. Quindi non abbiamo una voce narrante unica, ma diverse, e inizialmente si resta sorpresi da questa tecnica.

Il primo capitolo si apre con Gadi un piccolo bambino. La scrittura è mimetica, cioè imita il presunto linguaggio di un bambino che ignora le concordanze e la punteggiatura. Leggendo questo testo sembra di ascoltare la voce di Gadi, sembra di essere in un film, di ascoltare il voice over di un bambino.

Questo meccanismo letterario rafforza anche la “visione” del testo perché è un meccanismo di tipo “cinematografico”.

In La sottile linea rossa, Terrence Malick, 1998, i soldati esprimono a voce alta i loro pensieri e anche in questo caso sembra ci siano diverse voci narranti.

I primi piani dei soldati sono un modo, specifico del cinema, di esprimere le diverse soggettive di queste voci narranti. E’ una tecnica confrontabile con quella di Yehoshua. Così come nel romanzo di Yehoshua, anche nel film la voce narrante passa da un soggetto all’altro, da un soldato all’altro. In questo il film è fedele al libro al quale si ispira, James Jones, The Thin Red Line – La sottile linea rossa, 1962. La voce fuori campo che rappresenta i pensieri dei soldati è stata definita refractive, rifrangente, riflettente direi rispecchiante, che rispecchia i pensieri, li porta fuori e questi pensieri vanno dalla paura all’idealizzazione immaginaria.

Elementi simili, Un divorzio tardivo, La sottile linea rossa

Un divorzio tardivo, incipit
“Il nonno ho pensato è arrivato per davvero fuori piove non è un sogno me lo ricordo bene mi hanno svegliato per davvero perché me l'avevano promesso di svegliarmi subito quando arrivava dal­l'aeroplano anche se io dormivo per questo avevo ubbidito ad an­dare a dormire e non aspettarlo alzato. Dapprincipio SI ho sentito discutevano li al buio perché papà non voleva accendere la luce ma la mamma ha detto gliel'ho promesso e papà ha detto e allora? Avrà abbastanza tempo per vederlo ma la mamma si è impuntata solo per un momento vieni papà vieni a vederlo sono già tre giorni che ti aspetta non la smette un istante di chiedere di te. Che poi non era vero per nulla. E la luce si è accesa ma io non potevo aprire gli occhi perché la luce mi faceva male e allora ho sentito la voce rauca e nuova del nonno che era entrato non credo ai miei occhi ma questo è davvero Gadi e io che lo pensavo ancora un bamboc­cio sei diventato un gigante. Gigante ha detto lui e non grasso ma papà ha detto ridendo il tempo mica dorme Gadi non assomiglia a voi assomiglia a noi è grande e grasso e sano la coperta lo nasconde adesso ma lo vedrai i compagni a scuola lo chiamano Boxer è pro­prio così dolce… e com'è che il cuore mi ha fatto male un'altra vol­ta? Perché? ssss… ssss… Kedmi ha sussurrato la mamma il bambi­no ormai è sveglio e mi ha carezzato la testa e ha cercato di tirarmi su ma ha fatto tardi come al solito il nonno aveva già sentito. E a papà chi gliel'ha raccontato? Sa tutto, lui. Se almeno la mamma avesse spiegato adesso al nonno delle mie ghiandole ma lei mi ha messo a sedere sul letto e mi ha tenuto su la schiena perché io ca­scavo dal sonno Gadi alzati ecco qui il nonno è arrivato apri gli oc­chi e io ho aperto gli occhi e ho visto uno zio Zwi ma col cappello e più grinzoso e più alto e pieno di capelli che piangeva e la mamma mi ha tirato su e lui ha cercato di prendermi in braccio e ha trabal­lato è quasi cascato e mi ha dato baci bagnandomi con le lacrime. Non si ricorda di me… ti ricordi di me Gadi. Te l'avevamo detto che alla fine sarebbe venuto ha fatto la mamma ridendo…”
La sottile linea rossa. “Ho fatto il leccapiedi”
“A bordo della nave al largo di Guadalcanal. Il colonnello Tall (interpretato da Nick Nolte). Vicino c'è il generale Quintard (interpretato da John Travolta) che sta esaminando le mappe e spiegando l'importanza vitale di prendere quest'isola dai giapponesi. Si allontana. Telecamera sul colonnello Tall. Sentiamo la sua voce fuori campo: "Mi sono fatto il culo, ho fatto il leccapiedi ai generali, mi sono degradato per loro e per la mia famiglia…". Il colonnello Tall segue il generale Quintard sul ponte, camminando rispettosamente tre passi dietro di lui. "-la mia casa". Il generale Quintard si ferma e si volta. "La ammiro, colonnello. Molti uomini della sua età sarebbero già andati in pensione". (Cogliete l'allusione: il colonnello Tall è stato scavalcato più volte per una promozione, ma continua a resistere, sperando contro ogni speranza di diventare colonnello a tutti gli effetti, forse un giorno anche generale). Sta lì ad ascoltare il blaterare del Generale e gioca a fare il perfetto yes man. "C'è sempre qualcuno che guarda, come un falco". La telecamera si sposta in avanti e suonano accordi minacciosi mentre il Generale continua: "C'è sempre qualcuno pronto a saltare dentro se tu non lo sei”

Due uomini e i loro pensieri contemporaneamente.
“Mi sono fatto il culo…”, nel primo fotogramma a sx i pensieri del colonnello Tall (in primo piano).

“Mia cara moglie”… il soldato Witt (davanti al colonnello) esprime i suoi pensieri rappresentati dal secondo fotogramma a dx, indirizzati a sua moglie.


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