Alberto Pian

ESERCIZI PER STORYTELLER. “I JUST CUT THE HAIR”, FATEVI ISPIRARE DAL PARRUCCHIERE

L’uomo che non c’era, Joel Coen, 2001, inizia con il monologo di Ed, un parrucchiere. La voce fuori campo è quella del protagonista Ed, che appare verso la fine del monologo, mentre fuma una sigaretta. La voce narrante, fuori campo, non è sincronizzata con l’apparizione dell’attore. Proviamo.

Scrivete il vostro incipit

Il film è in bianco e nero e questo incipit è di forte impatto. Lo propongo qui sotto tradotto dalla versione originale in inglese, che allego alla fine dell’articolo. Questa descrizione iniziale è di 1600 battute (nella versione originale). In corsivo la voce di Ed, fra un suo intervento e l’altro, la descrizione della scena cinematografica.

  • Scrivete una piccola narrazione semplificata come questa che riporto qui sotto, di 1.600 battute.
  • Immaginate qualcosa di analogo, sul tema: “Sono solo un benzinaio”, “Solo solo una danzatrice”, “Metto giusto dei voti”, “Cucino giusto qualche piatto”…
  • Inserite i pensieri espressi da una voce fuori campo In corsivo Ed:…),
  • Inserite anche brevi descrizioni delle inquadrature (in particolare, come qui, i movimenti della macchina da presa).
  • Immaginate, esattamente come il film, una rappresentazione in bianco e nero.
  • Pensate quali sensazioni volete trasmettere.
  • Ma, prima di tutto, guardate L’uomo che non c’era, e leggete qualche racconto di James Cain.

Perché questo esercizio?

La cosa più importante che dovete fare è creare un’atmosfera molto precisa e accurata. Può essere un’atmosfera melanconica come quella del film o una variante, ma deve essere emotivamente definita con grande precisione.

Non solo, non basta mettere in bocca al protagonista delle parole, bisogna anche che le inquadrature, i movimenti della MdP soprattutto, siano perfettamente adeguati. Velocità, direzione, oggetti inquadrati: il senso dei movimenti della MdP deve corrispondere al millimetro con il senso delle parole che farete dire al protagonista e dunque con l’atmosfera che deve essere generata.

Ed: Sì, ho lavorato da un barbiere. Ma non mi sono mai considerato un barbiere…

Risaliamo all’insegna del barbiere.

ED:… Mi ci sono imbattuto… beh, mi ci sono sposato, più precisamente…

Risaliamo al campanello di un negoziante azionato da una porta che si apre. L’allontanamento e l’inclinazione mostrano al rallentatore la sommità della testa di un cliente che entra.

Ed: … non ero il mio locale. Come dice il tizio, io lavoro solo qui…

Seguiamo uno scaffale con uno specchio e una pomata, dopobarba, tonico per capelli, una spazzola a frusta.

Ed: …La topaia era grande 200 piedi quadrati, con cinque sedie, o stazioni come le chiamiamo noi, anche se eravamo solo in due a lavorare…

Vediamo un omone in camice da barbiere che taglia una ciocca di capelli e la stringe tra le dita di una mano. Al rallentatore, ride e chiacchiera.

Ed: … Frank Raffo, mio cognato, era il barbiere principale. E cavolo, sapeva parlare…

Un altro uomo in camice da barbiere fa scorrere delle forbici elettriche sulla testa di un bambino. Una sigaretta tra le labbra.

Ed:… Ora, forse se avete undici o dodici anni, Frank ha un punto di vista interessante, ma a volte mi dava sui nervi. Non che mi lamentassi, sia chiaro. Come ho detto, era il barbiere principale.
Il padre di Frank, August – lo chiamavano Guzzi – aveva lavorato per trentacinque anni a Santa Rosa finché il suo ticchettio si fermò nel bel mezzo di una Junior Flat Top. Lasciò il negozio a Frankie, libero e gratuito. E questo sembrava soddisfare tutte le ambizioni di Frank: tagliare i capelli e masticare chewing. Io, non parlo molto…

Si toglie la sigaretta dalla bocca e ne butta la cenere in un vassoio.

Ed: …taglio solo capelli…

Ed (V.O.)
Yeah, I worked in a barbershop. But I never considered myself a barber… We track back from a barber's pole. I stumbled into it--well, married into it more precisely… We track back from a shopkeeper's bell triggered by an opening door. The pull back and tilt down show the top of the head of a customer entering in slow motion.
…I wasn't my establishment. Like the fella says, I only work here…
We track along a shelf backed by a mirror and holding pomade,
aftershave, hair tonic, a whisk brush.
…The dump was 200 feet square, with five chairs, or stations as we call 'em, even though there were only two of us working…
We track in on a big man in a barber's smock scissoring across a lock of hair that he pulls taut between two fingers of one hand. In slow motion, he laughs and chats.
…Frank Raffo, my brother-in-law, was the principal barber. And man,
could he talk…
Another man in a barber's smock is running electric clippers across a child's head. A cigarette between his lips.
…Now maybe if you're eleven or twelve years old, Frank's got an interesting point of view, but sometimes it got on my nerves. Not that I'd complain, mind you. Like I said, he was the principal barber.
Frank's father August--they called him Guzzi--had worked the heads up in Santa Rosa for thirty-five years
until his ticker stopped in the middle of a Junior Flat Top. He left the shop to Frankie free and clear. And that seemed to satisfy all of Frank's ambitions: cutting the hair and chewing the fat. Me, I don't talk much…
He plucks the cigarette from his mouth and taps its ash into a tray.
…I just cut the hair…


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