La letteratura e l’Arte sono rivoluzionarie
Il titolo è un po’ provocatorio, certo. Ma, a differenza di un testo scientifico, un testo letterario non è mai comprensibile fino in fondo, è sempre soggetto a riflessioni e a interpretazioni ed è rivoluzionario, antisistema, antiistituzionale. Altrimenti è letteratura di regime, o “cultura di massa”, non è letteratura, non è Arte. Ovviamente anche un testo scientifico può essere rivoluzionario e dare luogo a interpretazioni, ma penso abbiate capito quello che voglio dire, dato che nel primo caso la narrazione è al centro mentre nel secondo lo sono la comprensione e la logica.
Nessun autore, nessun artista, scrive, produce per rimanere negli limiti della sua esistenza, ma per superarli e così qualsiasi pubblico non gode dell’opera d’Arte per rimanere nella sua misera condizione di sfruttato e di oppresso, per confermare che il suo mondo è immutabile e la sua sofferenza permanente! È come se l’Arte ti dicesse: “Vedi ragazzo? C’è dell’altro li fuori, vai e cambia il mondo.”
È così che qualsiasi opera d’Arte, letteraria o meno, contiene i germi di una potenziale rivoluzione e perciò insegna al pubblico, senza essere pedagogica, a guardare oltre e a ribellarsi.

La pubblicità, al contrario…
Al contrario, qualsiasi pubblicità, marketing, il cui significato non è mai interpretabile poiché è sempre legato a un oggetto di consumo specifico, esiste per farti morire lì dove sei, per farti consumare nel quadro di una realtà immutabile, per confermare la tua posizione di schiavo, sfruttato e impotente, che può solo aspirare a consumare una merce materiale – possibilmente indebitandosi per il resto dell’esistenza – come forma consolatoria o di illusione. Anche per questo la pubblicità non è MAI Arte e il suo storytelling non ha nulla a che fare con la letteratura, anche se le belle immagini o i bei suoni accarezzano gli occhi e le orecchie di un pubblico che si vuole addomesticato e appiattito (o che lo si vorrebbe tale…).
Nessuno involucro
Perciò la letteratura è fatta per essere letta e nella lettura ognuno ci trova quel che gli pare di trovarci, nella massima libertà. Perfino una banale ambientazione suscita subito diverse interpretazioni:

“L’unico oggetto realmente immobile in quella stanza era un enorme divano sul quale erano distese due giovani donne come se si trovassero sulla navicella di un pallone frenato.” (Francis Scott Fitzgerald. “Il Grande Gatsby”).
Com’era questo divano? Come vi raffigurate le due donne? E un “pallone frenato” sapete almeno che cos’è? Perché non credo che ci siate mai saliti e che possiate immaginare come ci si possa sentire… Inoltre, potete immaginare delle donne americane degli anni trenta, nella costa Est, nei dintorni di New York? Penso di no, non avete vissuto in quell’ambiente, oppure complimenti per la vostra longevità!
E tanto per buttare un occhio alla volgarità dell’aristocrazia greca, tanto declamata e presa a esempio ancora oggi, al suo degrado, alla corruzione, alla schiavitù sociale e ancor più delle donne:

Questa qui è la roba che mi piace; e le urne a farsi fottere. Te ne vuoi andare? Il giudice dov’è? Fuori dai piedi! Vieni, su, piccolo scarabeo d’oro; reggiti con la mano a questa fune: tienti forte, sta attenta che è fradicia; però, le piace essere massaggiata. Hai visto come sono stato bravo a portarti via, quando stavi per ciucciarti gli invitati? Perciò, mostrati grata a questo cazzo. Ma già lo so che non gli sarai grata per niente, anzi lo imbroglierai e lo piglierai in giro; lo stesso lavoro lo devi avere già fatto con molti. Ma se tu sei gentile con me, io, quando mio figlio sarà morto, ti riscatterò e ti terrò come concubina, topina mia. Ora non posso disporre delle mie sostanze, perché sono giovane e sorvegliato a vista. Mi fa la guardia mio figlio, un tipo bisbetico e tirchio da fare schifo. Teme che mi rovini; d’altra parte bisogna capirlo: sono padre unico. Eccolo qua che arriva di corsa, ce l’ha con noi, mi pare. Prendi subito la torcia e resta ferma: lo voglio beffare a morte, come lui ha fatto con me, prima dei misteri. (Aristofane, Le vespe).
Domande
Dunque? Dunque ciascuno di voi si porrà delle domande, si farà idee completamente diverse di questi personaggi, di queste ambientazioni, di queste storie, dai valori e delle crudeltà che mostrano. Alla fine sarà come aver letto libri diversi. Sarà incredibile scambiare opinioni vere, personali, emozioni, rappresentazioni su queste stesse storie! Dunque non vedete che ogni “interpretazione” deve prima passare dal filtro psicologico e percettivo di ciascuno? E quindi non pensate che ne rimanga condizionato?
La letteratura si svolge attraverso un gioco di significanti, non è un film, dove i ln rapporto significante – significato è dato: quel divano e quelle donne, o quell’aristocratico greco, volgare, schiavista e patriarcale che gioca a fare il giovane in un’orgia. I significati sono lì, visibili, definiti una volta per tutte dalla rappresentazione (immaginaria e non reale), dell’autore del film o della sceneggiatura, o del casting, o di tutti quanti insieme, ognuno per la sua parte.
La letteratura invece deve essere letta, possibilmente in modo appropriato, e ognuno si deve formare le sue idee. Perché dunque, anche con i giovani e gli studenti, non affrontarla partendo dal semplice piacere di leggere? Solo per il gusto di leggere delle storie, di discuterne, di confrontare delle idee, di mettere alla prova gli stereotipi, prima ancora di infilarla in qualche “struttura” e di ripetere qualche “interpretazione” altrui?
La letteratura è la più incredibile fonte di conoscenza
Infatti a che cosa servono la scienza e la tecnica se poi non si conoscono se stessi e gli altri? A che cosa servono le scoperte e le invenzioni se poi non si è in grado di comprendere le relazioni umane, la storia, le culture passate, presenti e “future”?
Solo la letteratura permette questa conoscenza.
Come fate a capire come vivono le donne che insegnano all’università a Theran e le loro studentesse, il rapporto con i divieti del governo integralista e il loro senso di libertà se non leggete “Leggere Lolita a Theran”, di Azar Nafisi, professoressa di inglese all’università di Theran?
E come fate a conoscere i meccanismi che regolano la vita di una famiglia mafiosa se non leggete “Il padrino”, di Mario Puzo, da cui è stato tratto l’omonimo film? E come fate a sapere che cosa succederà fra cento o duecento anni nei rapporti fra uomo e macchine se non leggete “Ma gli androidi sognano pecore elettriche?” di Philip Dick, da cui è stato tratto il film Blade Runner?
E come vive un emigrato arabo a Parigi in una comunità di ex immigrati che lo isola? Non potete saperlo se non avete letto “Le pareti della solitudine”, di Thar Ben Jelloun. E come fate a conoscere le relazioni umane, storiche, affettive, politiche ed economiche che legano gli uomini in un periodo rivoluzionario come la rivoluzione russa, se non leggete “Storia della rivoluzione russa”, di Trotsky o “Memorie di un rivoluzionario”, di Victor Serge? E se volete sapere come gli ormoni impazziti di un giovane adolescente degli anni trenta negli USA lo guidano verso la follia, in un romanzo che sembra scritto ieri? Dovete leggere “La strada per Los Angeles” di John Fante.

La scienza vi insegnerà (forse), la meccanica dell’universo, ma solo la letteratura e la poesia ve lo faranno conoscere senza alcun limite
La scienza vi mostra le equazioni del tragitto di un fotone che passa contemporaneamente attraverso due aperture, ma solo la letteratura vi farà viaggiare a cavalcioni di esso attraverso bagliori e buchi neri sentendovi realmente in due posti differenti come potrebbe esserlo Dio.
Ma se la letteratura è fonte di conoscenza di mondi incredibili, esistiti, non esistiti, finti, reali, immaginari, biografici, storici, vissuti, perduti, di là da venire o passati e soprattutto, è la porta che si apre in noi stessi e negli altri… perché non lasciare che gli studenti scoprano liberamente questo mondo senza altri vincoli che i loro sentimenti, il loro intuito, la loro capacità di indagine e di capire, e la loro curiosità? E perché non limitarsi ad accompagnare il pubblico, i ragazzi, verso queste scoperte, senza togliere loro il gusto di scoprire?
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