“Quando parlo, sulla scena, la gente ha l’impressione, spesso, che io m’inventi quello che dico lì per lì. Non è vero. Ho già in mente un sacco di cose che intendo dire; solo che non so in che ordine poi le dirò. Lascio che le idee si associno liberamente e che un argomento, un tem, un motivo tiri l’altro: è un sistema analogo al “monologo interiore” di James Joyce. Credo che uno sviluppi uno stile del genere a furia di parlare fra sé e sé. Non è che io conversi con me stesso ad alta voce (“Salve, Lenny, come stai oggi?”), ma si tratta del modo che uno ha di pensare.”
Lenny Bruce, Come parlare sporco e influenzare la gente, Bompiani, Milano, 1974, p. 81
Grande Lenny!
(New York, 1925 – Los Angeles, 1966). È il nome d’arte di Leonard Alfred Schneider, un graffiante cabarettista perseguitato dallo Stato Americano per i suoi monologhi. È di origine ebrea, la madre è un’attrice, separata e Bruce da ragazzino vive presso alcuni parenti. Partecipa in Marina alla seconda guerra mondiale. Inizia la sua carriera teatrale come imitatore, ma poi si dedica a temi sociali, filosofici, di costume, politici, linguistici, svelando le contraddizioni e ironizzando sulla morale americana piccolo – borghese e soprattutto sull’uso distorto e formalista del linguaggio.
La sua fama crebbe notevolmente all’inizio degli anni sessanta. Vennero anche pubblicati diversi dischi dei suoi spettacoli oppure vennero appositamente composti. Dal 1961 inizia il suo calvario fra denunce e arresti per oscenità. Sembra che lo stesso cardinale di New York, tramite l’avvocato distrettuale di Manhattan, avesse intrapreso una vera e propria persecuzione contro Bruce ed egli ingaggia una dura battaglia legale, dalla quale esce sconfitto: viene continuamente arrestato, messo al bando in numerosi locali e città. Alla fine entra nel giro della droga e si esibisce per l’ultima volta nel giugno del 1966, insieme al chitarrista rock Frank Zappa e nello stesso anno si spegne per overdose nel bagno di casa sua.
Le accuse contro Bruce decadranno infine nel 2003, anche grazie a una campagna in suo favore condotta da intellettuali e star dello spettacolo.
A proposito di linguaggio
Che cosa è “osceno”?
Negli anni sessanta Herbert Marcuse diceva che il termine “osceno” chiariva bene il processo. Si dice che un corpo nudo, un film pornografico siano “osceni”, ma nessuno si scandalizza di fronte a un generale pieno di medaglie che ha sulla coscienza migliaia di morti.
“Noi addestriamo giovani a scaricare Napalm sulla gente, ma i loro comandanti non gli permettono di scrivere cazzo sul loro aereo perché è… osceno.” Francis Ford Coppola, Apocalypse Now, 1979, parole del Walter E. Kurtz (Marlon Brando)
Io penso che Marcuse avesse ragione e che prima di lui avesse ragione anche Lenny Bruce.
Il linguaggio è uno strumento utilizzato per diffondere l’ipocrisia, non per cercare la verità. Questo perché le classi dominanti devono nascondere, attraverso il linguaggio, il proprio stesso fallimento nell’assicurare un reale progresso e benessere alla società umana.
L’ipocrisia e la falsità del linguaggio hanno anche dei riflessi diretti nelle relazioni personali. Perfino agli amici si nasconde la verità, si fa fatica a esprimere un discorso “onesto e sincero”, non c’è trasparenza.
Ancora una volta questo non dipende dal linguaggio in sè e neppure dai suoi parlanti, ma dalla struttura economica e sociale che ne è alla base.
Il linguaggio è il riflesso dei rapporti di produzione e di sfruttamento sociali
Il linguaggio è l’unico strumento di cui la società dispone per restaurare la propria reputazione. Il sogno americano e l’happy family, l’ipocrisia e il rovesciamento della realtà, specialmente da parte dei media, sono le forme che il linguaggio assume, per cui l’oscenità non è quella che dovrebbe essere realmente, ma quella per la quale ci dovremmo scandalizzare.
Il linguaggio è lo strumento attraverso il quale la realtà viene rovesciata di fronte alla comunità dei parlanti.
Il film di Bob Fosse
Il film Lenny, Bob Fosse, 1974, in cui Lenny è interpretato da Dustin Hoffman, è ispirato alla vera vicenda di Lenny Bruce. Nel film abbiamo una voce narrante che è quella del defunto Bruce e anche i suoi monologhi teatrali. Quindi le voci narranti si incrociano in modo originale. Il film incomincia con un registratore a bobina, simbolo di tutto il film che è articolato sul filo di una serie di testimonianze che ricostruiscono alcuni aspetti della carriera di Lenny. Le testimonianze non sono vere, ma la storia è si e alcune registrazioni sonore sono originali e sono state inserite nel film come materiale documentario.
Le interviste sono fatte soprattutto alla moglie, all’agente e alla madre di Lenny. Alla fine del film ogni registratore utilizzato viene nuovamente inquadrato quando viene spento. Cala il sipario sulla vita di Lenny e si spengono anche le testimonianze di chi ha voluto parlare di lui.
E oggi?
La lezione di Lenny oggi è ancora di più grande attualità rispetto allora.
Negli anni cinquanta – sessanta la polizia interrompeva i suoi spettacoli, oggi è difficile che questo avvenga e lo stesso concetto di oscenità si è spostato molto avanti. Potete trovare ragazzini che si masturbano e fanno sesso in serie TV genericamente consigliate a un pubblico sopra i sedici anni, come avviene in Sex Education, i siti porno sono alla portata di chiunque, la rete pullula di “oscenità” di tutti i tipi.
Perché questo? Perché in fondo di questo tipo di oscenità non interessa niente a nessuno, specialmente i grandi mezzi di comunicazione di massa e le classi sociali che governano e guidano la comunicazione. L’importante è che si copra la vera oscenità.
Qual è la vera oscenità?
È quella in cui un giornalista parla della guerra senza alcuna emozione e senza prendere posizione contro la guerra stessa, in nome della “notizia”. È quella in cui un ministro taglia i fondi della Sanità pubblica. È quella in cui i giovani sono continuamente assunti con contratti precari o costretti a lavorare a P.IVA. È quella per cui si rigettano i profughi, si chiudono le frontiere. È quella per cui i profughi che cercano un posto nel mondo, vengono chiamati “migranti” (e perchè semplicemente non “viaggiatori”?). È quello per cui si alza la voce contro il regime israeliano e altri, ma si continua a fornire loro armi…
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