Alberto Pian

QUEL DETTAGLIO CHE PUÒ DILATARE IL TEMPO, QUANDO RACCONTI A UN BAMBINO (MA ANCHE A UN ADULTO)

Alcune considerazioni per un primo approccio alla narrazione del particolare giusto al momento giusto.

Prova questa attività.

Creare un brevissimo racconto che abbia unninizio, uno svolgimento e una conclusione. E quindi svilupparlo rendono più lungo ma solo ed esclusivamente in due punti (due beat della storia).

  • Creare un racconto in un limite ristretto di caratteri determinati (massimo 400)
  • Rileggi con attenzione: scegli un primo momento topico (beat).
  • Scegli un secondo beat.
  • Lascia intatto tutto il resto e sviluppa solo i due beat che hai scelto.
  • Il risultato è che favorisci delle specifiche modalità di narrazione attraverso uno storytelling che può essere testuale, audio e visuale.

Perché questa attività?

Fondamentalmente non si è capaci di raccontare i particolari ma sono proprio questi a fare le storie. Dobbiamo anche saper scegliere e individuare il momento giusto per approfondirli.

Esempio

Prendiamo questa storia che immaginate di raccontare ai vostri bambini:

Occhio Azzurro guidò la ciurma dei pirati all’assalto del veliero HMS Victory. Con i coltelli tra i denti i pirati abbordarono il vascello inglese e dopo furiosi combattimenti si impadronirono della magica collana di rubini e diamanti che avrebbe dato loro la fortuna desiderata.

Può essere tranquillamente la parte di una serie di avventure.

Che cosa succede quando raccontiamo una storia del genere a un bambino?

Che questi domanda, chiede, esige delle informazioni, vuole più dettagli.

Com’era la collana? E la Regina? Era sulla nave? Come l’hanno ottenuta? Gli Inglesi si sono difesi? Come?

Disegno realizzato da Marco Spione per un progetto che avevamo in mente di creare.

Perché i bambini pongono queste domande?

Be’ perché vogliono entrare nella storia, ne vogliono sapere di più, perché vogliono farne parte. Solo il dettaglio, il particolare, ci fa davvero entrare in una storia. Ma entrare in una storia significa anche comprenderla. Perciò non volete offrire al pubblico gli strumenti per comprendere una narrazione? Non volete spingere avanti il processo di identificazione e di conoscenza fornendo al pubblico i dettagli che potrebbero permettere questo giochetto?

L’equilibrio fra generale e particolare

Il rapporto fra generale e particolare deve essere equilibrato. State raccontando un arrembaggio, dunque un’azione rapida e intensa, non spezzate la narrazione rincorrendo gli eventi, i corpo a corpo, le emozioni perché l’arrembaggio è un passaggio. Occorre scegliere i momenti topici come indicato nell’attività. Ma con quale criterio?

Raccontate che Occhio Azzurro è duramente impegnato con il fedele generale della Regina e i suoi cinque corazzieri (qui potete descrivere un po’ i particolari), mentre tutti gli altri balzano a bordo, si arrampicano sulle sartie, inseguono gli inglesi sul cassero, ecc. (senza dilungarvi nei dettagli). Quindi finalmente il bucaniere Pinta di Rhum grida a Occhio Azzurro che ha visto degli inglesi con la collana magica cercare di calare una scialuppa in mare. Occhio Azzurro li insegue e qui potete descrivere nei dettagli quello che succede: la collana in un involucro di vetro infrangibile che risplende nella sua lucentezza quando il panno che la ricopre scivola via, gli uomini che non possono guardare quel bagliore accecante, la melodia che Occhio Azzurro sente propagrasi dalla collana, lo sguardo fisso dell’inglese che la tiene stretta, il pugnale che un secondo inglese fa improvvisamente comparire fra le sue mani, il salto di Occhio Azzurro per evitare il colpo… e così via… La collana è il centro della storia, il cuore assoluto della narrazione, le dedicate tutto il tempo che merita, è il focus del racconto.

In questa vicenda abbiamo costruito la storia intorno a due beat: l’arrembaggio e il momento decisivo che si trova nel tentativo degli Inglesi di calare la scialuppa per fuggire con la collana.

L’arrembaggio è un momento preparatorio, pieno di azione, ma preparatorio, non interessa in se stesso. Perciò lo utilizziamo solo come ponte per creare la suspense. Possiamo dilatare il tempo per raccontare alcuni dettagli dell’arrembaggio. Quando l’azione è al culmine (ed è una questione si sensibilità perché la quantità si sta trasformando in qualità, è una legge della dialettica), dobbiamo abbandonare questa narrazione per superarla.

Abbiamo allora il momento decisivo: il tentativo di fuga degli Inglesi.

Adesso potete dilatare il tempo con la massima libertà, i bambini vi seguiranno perché siete nel cuore della narrazione!

È solo un esempio per farvi capire quanto siano importanti il contesto e i dettagli dell’azione, ma solo in rapporto ai momenti topici e in base a un equilibrio che non è scritto da nessuna parte ma che dipende dalla vostra sensibilità di saper ascoltare quello che voistessi raccontate.


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