Qualsiasi comunità ha bisogno di un suo codice speciale per riconoscersi, anche all’interno della lingua ufficiale. Fino a creare nuovi mondi, proprio attraverso nuovi “linguaggi“. Lo sapeva Dante, lo sa oggi l’influencer Elisa Esposito, lo sapeva John Fante, e lo sai anche tu quando vuoi raccontare.
Ma perchè si scrive, perché si racconta? E perché in campo artistico i linguaggi si moltiplicano all’infinito, ma nessuno di loro può essere subordinato a regole e obiettivi?
Con i testi che ho scritto e che ti segnalo qui sotto, vorrei sollecitare la tua intelligenza su questi temi. O forse hai già sviluppato per tuo conto un pensiero critico? In entrambi i casi… spero che queste letture siano di tuo interesse!
CONTRIBUTI
Linguaggio e tempo. Il silenzio Don Delillo (e Zombie, J. C. Oates). La massa di lettori (ho letto affermazioni stupefacenti!), non ha capito Il silenzio di Don Delillo e, parallelamente, non ha capito neppure Zombie della Oates, due brevi romanzi che parlano della stessa cosa: il linguaggio e il tempo. Il silenzio è un racconto sul linguaggio (e sul tempo).
L’arte non è pedagogia e il suo inesauribile potere è divino. Che cos’è la scrittura e perché si scrive? Ne parliamo con George Orwell, Primo Levi, Italo Calvino, Sigmund Freud, Giovanni Pascoli, Giuseppe Ungaretti. L’Arte non può avere scopi, né porsi obiettivi “educativi”.
Narrazione e testo scientifico: la forma è più importante del contenuto. Meline Klein e la psicanalisi dei bambini. In questo contributo non parlo di psicanalisi ma di linguaggio scientifico e divulgazione riferendomi allo stile, molto particolare, che la Klein impiegava in questo suo testo.
Elisa Esposito e Dante Alighieri, influencer del linguaggio. Il confronto fra l’influencer del linguaggio “corsivo” e il padre della lingua italiana, ci permette di capire che il linguaggio è funzionale e le sue necessità non sono così diverse fra i due “influencer”. Questo testo potrebbe far arrabbiare qualcuno.
Eroi – nazione e giovani hipster. Per un nuovo storytelling nel 60° della Beat Generation. A mio parere il linguaggio della Beat Generation ne fonda e costituisce anche l’involucro dei suoi costumi, che hanno un’origine ben precisa, radicata nel concetto di eroe e nel rapporto padri – figli.
Iperboli e ironia nello storytelling. A proposito di una caviglia rotta, di un tumore al fegato e della loro narrazione. Essendomi rotto una caviglia ne approfitto per mostrare il legame fra alcune figure retoriche e lo storytelling.
La scomoda lezione del teatro dell’assurdo per la comunicazione di oggi. Il linguaggio dissacrante del teatro dell’assurdo è un buon antidoto contro gli stereotipi della comunicazione odierna, fondati un linguaggio povero e istituzionale.
La strada per Los Angeles. L’universo eroico che salva se stessi. Nel primo romanzo di John Fante il linguaggio crea un mondo attraverso lo slang di un giovane squinternato in preda a tempeste ormonali evidenti. Una lezione di storytelling.
MI ABBONO GRATUITAMENTE A YOUR STORYTELLING
www.albertopian.it ©Alberto Pian – scrivimi: arakhne@mac.com | www.albertopian.it
Your Storytelling è un blog indipendente e non sponsorizzato.