Sviluppare padronanza e awarness
Il motivo è che quando la IA decide di costruire una storia utilizza uno o un mix di modelli. Voglio dire che la narrazione non si sviluppa dall’interno stesso di una storia, che all’inizio è tutta da pensare, ma viene calata sulla storia stessa. La storia non prende vita dalla sua stessa natura, ma le vicende sono introdotte sulla storia come una specie di abito nuziale nel quale la sposa deve entrare a tutti i costi.
Ad esempio la IA mostra questa visione:
“Personaggi: Credo che i personaggi siano il cuore di qualsiasi storia. Le loro azioni, le loro emozioni e le loro relazioni guidano il flusso narrativo e generano empatia nel lettore. Modelli narrativi: Allo stesso tempo, trovo utile attingere a modelli narrativi o schemi narrativi come guida per la struttura generale della storia. Questi modelli forniscono una sorta di scheletro su cui costruire la trama. Entrambi gli elementi si integrano tra loro per dare vita a un racconto che sia appassionante, significativo e memorabile.” (ChatGPT)
Quindi, nel momento in cui la IA sceglie di combinare i caratteri con un modello narrativo, non lascia più spazio alla storia di liberarsi, di vivere in quanto storia, ma la costringe a seguire un cammino.
Questo non è né un male, né un bene, semplicemente è un fatto che occorre conoscere e con il quale occorre sapersi confrontare per indirizzare la IA e per ricaverne idee e contenuti utili.
Sceneggiature create da IA. Il paese più bello del mondo
Allo stesso tempo se valutiamo di essere aiutati dalla IA nella costruizone di una sceneggiatura per un format, a esempio di podcast, otterremo dei risultati sorprendenti, ma è facile capire come siano molto istituzionali e codificati da chiari stilemi della cultura di massa.
Ecco come viene svolta da ChatGpt.
- GIORNALISTA: Buongiorno a tutti e benvenuti alla nostra trasmissione. Oggi parliamo di un argomento molto interessante: quale è il paese più bello del mondo? Abbiamo con noi uno scienziato e uno studente, che ci daranno la loro opinione. Iniziamo con lo scienziato. Qual è il tuo paese preferito e perché?
- SCIENZIATO: Ciao a tutti. Per me il paese più bello del mondo è l’Italia. È un paese che ha una storia e una cultura straordinarie, con una varietà di paesaggi incredibili. Dalle montagne alle spiagge, dalle città d’arte ai borghi medievali, l’Italia offre una gamma di esperienze uniche al mondo. Inoltre, la cucina italiana è la migliore al mondo.
- STUDENTE: Non sono d’accordo. Per me il paese più bello del mondo è il Giappone. È un paese con una cultura completamente diversa dalla nostra, con una storia millenaria che si riflette in ogni aspetto della vita quotidiana. La natura è incredibile, con montagne, fiumi e foreste che sembrano usciti da una cartolina. La tecnologia e l’innovazione giapponesi sono all’avanguardia, e la cultura popolare giapponese, dall’anime ai videogiochi, è incredibilmente interessante.
- SCIENZIATO: Interessante. E tu, GIORNALISTA, quale paese preferisci?
- GIORNALISTA: Per me, il paese più bello del mondo è l’Australia. È un paese che ha tutto: spiagge bellissime, una natura incredibile, città vivaci e accoglienti, e una cultura unica. La Grande Barriera Corallina è uno dei posti più belli del mondo, e l’outback australiano è un’esperienza unica che ti fa sentire completamente immerso nella natura selvaggia.
- SCIENZIATO: Ma non pensi che l’Australia sia un po’ troppo lontana? E poi ci sono problemi ambientali, come il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità.
- STUDENTE: E anche il Giappone ha problemi ambientali, come la sovrappopolazione e l’inquinamento.
- GIORNALISTA: In effetti, ogni paese ha i suoi problemi e le sue sfide. Ma cosa conta di più, la bellezza o la sostenibilità?
- SCIENZIATO: Penso che siano entrambe importanti. Dobbiamo preservare la bellezza naturale del nostro pianeta e allo stesso tempo trovare modi per vivere in modo sostenibile.
- STUDENTE: Sì, e anche la cultura e la storia sono importanti. Non possiamo dimenticare il nostro passato e la nostra eredità culturale.
- GIORNALISTA: Sì, certo. Alla fine, ognuno di noi ha la propria opinione su quale sia il paese più bello del mondo, e non c’è una risposta giusta o sbagliata. L’importante è viaggiare e scoprire sempre cose nuove e interessanti.
- SCIENZIATO: Esattamente. Viaggiare ci apre la mente e ci fa vedere il mondo in modo diverso.
- STUDENTE: Non c’è un unico modo giusto di vivere la vita. Ogni paese ha le sue tradizioni, le sue abitudini e le sue sfide. Viaggiando possiamo imparare a rispettare le differenze e ad apprezzare la diversità culturale.
- GIORNALISTA: Esatto, hai ragione. Viaggiare è una delle cose più belle della vita. Purtroppo, a causa della pandemia, molti di noi non hanno potuto viaggiare tanto quanto avrebbero voluto. Ma speriamo che la situazione migliori presto e che possiamo tutti tornare a scoprire il mondo.
- SCIENZIATO: Sì, speriamo che la scienza e la tecnologia ci aiutino a superare questa crisi e a tornare alla normalità.
- GIORNALISTA: Sì, speriamo. E con questo concludiamo la nostra trasmissione. Grazie a tutti per averci ascoltato, e vi invitiamo a tornare presto per un’altra interessante discussione. Alla prossima!
Un primo bilancio
In definitiva, quali sono le caratteristiche di questa trasmissione?
Sono le peggiori che potremmo mai ricavare. Se poi siamo insegnanti e cerchiamo di realizzare in questo modo un podcast con i nostri studenti, siamo davvero sull’orlo di un tragicomico fallimento. Ecco perché:
- le risposte sono stereotipate, piene di frasi fatte
- i contenuti sono sempre generici
- non c’è alcun riferimento a esperienze concrete vissute
- non ci sono riferienti a sentimenti ed emozioni
- non ci sono riferimenti a contenuti “tecnici” quali arte, architettura, storia, geografia, ecosistemi, biologia, costrumi e tradizioni, ecc.
- mancano di dettagli significiativi
- si sviluppa lungo un tragitto assolutamente buonista, senza un vero confronto – scontro – discussione
- propone la filosofia del “andate in pace” e… tanti saluti.
Scimmie ammaestrate o vero pubblico per veri autori? Bisogna saper esercitare una reale padronanza della IA
Detto in altri termini: in questo modo la I.A. insegna al pubblico a diventare sempre più un insieme di scimmie ammaestrate, dipendenti dai canoni e dai cliché istituzionali.
Noi abbiamo bisogna di giovani e adulti che ragionino criticamente, in modo divergente e che esprimano dei reali sentimenti. Cioè miriamo a caratteristiche umane e non artificiali.
Se quindi bisogna esercitare una reale padronanza nei confronti dell’Intelligenza Artificale, senza lasciarsi guidare, occorre elaborare delle strategie precise. Perciò vi rimando a un libro che gli insegnanti (e in genere il pubblico interessato a questi argomenti), possono scaricare gratuitamente.
LINK: https://forms.gle/DamXen95RQSqdJ16A
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