LE TRE AFFERMAZIONI DALLE QUALI PARTIRE
La seconda affermazione (non vi ho ancora detto quale sia la prima!), investe la natura del podcasting. Il podcasting è cambiato. Si orienta rapidamente verso il Podcasting 2.0.
Storia e valori del podcasting raccontanti in questo podcast. https://rss.com/it/podcasts/yourpodcasting/
La terza affermazione fondamentale, sempre per qualsiasi insegnante di qualsiasi ordine di scuola, riguarda la modalità di progettazione del podcasting che è completamente cambiata e sta cambiando completamente.
C’è in ballo un mondo professionale
Queste tre affermazioni si sono affacciate nel 2015, hanno subito un’accelerazione e hanno precisato i loro contorni durante e dopo la pandemia e conoscono un punto di non ritorno, un cambiamento storico, nel 2024. E sono tutte legate al mondo professionale.
Che cosa c’entra il mondo professionale con il mondo pedagogico e didattico in ambito podcasting? Alle origini niente! Poi un pochettino e ora è tutto.
Nessuna teoria pedagogica e modello didattico si può riferire all’insegnamento e al podcasting senza orientarsi ed essere orientato direttamente da ciò che sta avvenendo in ambito professionale.
Infine, eccole le tre affermazioni.
Prima affermazione
Ovviamente un bambino di 5 anni scoprirà quanto valga il podcasting nel proprio lavoro quando comincerà a lavorare!
Scuola materna una storia in podcast creata con StoryCube. https://rss.com/it/podcasts/tecnoplanet-3d-mile-school-milano/945994/
Quindi oggi occorre riflettere: una scuola che non fornisce agli studenti fra i 3 e i 23 anni gli strumenti e le competenze per fare podcast, li priva delle conoscenze intorno a un linguaggio fondamentale, che si trova al cuore stesso dei linguaggi mediatici, poiché investe l’oralità, il luogo da cui tutto parte.
Quindi li priva di possibili sbocchi lavoratavi e di opportunità di crescere professionalmente!
Può la scuola decidere di creare ostacoli ulteriori oltre a quelli che già esistono, ai propri studenti? Può un insegnante, ignorando gli sviluppi professionali e tecnici di una società di massa fondamentalmente orientata al consumo mediatico, sminuire il valore e le possibilità dei propri studenti in questo ambito e, soprattutto, il loro senso critico e la loro posizione culturale nei confronti di fenomeni omogeneizzanti e deleteri? E può sminuire il suo stesso lavoro e la sua professione quando dispone di strumenti straordinari per elevare se stesso e il suo lavoro?
Oggi, fare podcast a scuola non significa soltanto intervenire su
- conoscenze
- competenze
- abilità linguistiche
- lessicali
- narrative
- divulgative
- organizzative
- strumentali
- ritmiche
- tonali
- prosaiche
- costruttive
- semantiche
- sceneggiatura
- improvvisazione
- correzione
- cura
- pubblicazione
- ecc. ecc.
Tutto questo rimane ed è fondamentale, ma significa che tutto questo oggi offre la possibilità reale e concreta di creare professionalità e competenze professionali nel mondo del lavoro in modo diretto. Significa cioè offrire agli studenti delle chanches per affermarsi nel mondo del lavoro o, semplicemente, per consolidare ed esprimere la propria identità (Bruner).
Volete forse privarli di queste chanches?
Seconda affermazione
Questo processo era chiaro ai padri fondatori. Infatti, fin dal 2004, dalla sua nascita, i podcast erano “aumentati”, potevano veicolare non solo immagini, ma anche impaginati PDF e video. Poi per quasi vent’anni questa sua cartteristica è stata abbandonata per essere riscoperta con le linee di tendenza del podcasting 2.0. Nel 2024 YouTube entra ufficialmente nel podcasting diventando compatibile con il feed RSS. Il podcast audio diventa anche video. I media si intrecciano il podcating diventa integrato e multimediale (riprendendo la tendenza del 2004).
Anche qui si aprono nuove prospettive per il podcasting in ambito lavorativo,professionale e educativo. La creazione di contenuti cambia completamente aspetto perché il podcasting cambia le regole del gioco. Puoi partire da contenuti audio che diventano video. Puoi scrivere contemporaneamente per l’oralità e per la visione con opportune tecniche. La vecchia questione First audio / First video cambia natura poiché il problema è creare narrazioni e divulgazioni specifiche per i diversi media e canali partendo da un solo progetto e una sola scrittura.
Da un punto di vista pedagogico questo significa che se i media si intrecciano, si integrano e diventano sempre più multicanali, per quale motivo a scuola devono essere ancora programmate attività separate di creazione di contenuti? Certo, per approfondire singole tecniche è necesario separare ogni processo. Ma se ci si limita a questo si priva lo studente di una visione globale e generale d’insieme e si creano ostacoli per la sua affermazione nel mondo del lavoro e professionale.
Oggi chiunque è obbligato a creare contenuti.
Il semplice operatore ecologico o il fattorino che consegna carta sempre allo stesso indirizzo, l’ingegnere nucleare, l’insegnante stesso e l’atleta olimpico devono presentarsi socialmente creando contenuti. Se non fanno questo non crescereanno, non si affermeranno, rimarrano fuori dal mercato del lavoro o dall’obiettivo di una crescita personale. Non sto parlando di usare i social. Il mondo orientato all’utilizzo dei social è finito. nessuna opportunità viene creata oggi dai social se non si acquistano pacchetti marketing. Sto parlando della produzione di contenuti di valore che mettono in mostra quello che sei veramente e che sai fare, quello che proponi e come ti poni. E questi contenuti devono essere multimediali, integrati e adatti a una distribuzione in tutti i canali, cioè multicanali.
Chi non è in grado di fare questo, cioè di produrre contenuti che riguardano la sua professionalità e la sua passione avrà minori opportunità nella vita e comunque, in un'epoca in cui chiunque può essere autore, non sarà felice.
La scuola è forse quella istituzione preposta a tarpare le ali ai propri studenti nel mondo del lavoro? O a tarpare le ali agli stessi insegnanti. Gli insegnanti sono forse quei soggetti preposti a impedire la crescita professionale e personale dei propri allievi e di se stessi? La risposta è no? Ecco allora che bisogna progettare delle attività di contenuti realmente integrate e multicanali e bisogna farlo fin da piccoli, non per seguire le tendenze e le evoluzioni ma per saperle padroneggiare. Ripeto: per saperle padroneggiare, non per esserne fagogitati e dipendenti come adesso.
Terza affermazione
Il podcasting, fondato sull’oralità, è il media più semplice, dinamico ed efficace da progettare, creare e pubblicare. Più della stessa scrittura, della produzione video e di tutti gli altri media (grafici, fotografici, graphic novel, ecc.). Il podcasting parte dalla scrittura o dall’improvvisazione, indifferentemente e con grande semplicità.
È più facile improvvisare con la voce che con qualsiasi altro media che richiede competenze specifiche e avanzate. È più facile progettare scrivendo un podcast che per un’altra qualsiasi storia mediatica, anche perché è più facile scrivere una narrazione orale che poi può diventare video, grafica, animazione piuttosto del contrario.
Poiché, essendo quei linguaggi, linguaggi specifici e non universali (come la lingua), richiedono una scrittura specifica che parte da un livello superiore che deve essere acquisito. Il podcasting si basa su un linguaggio universale che tutti conoscono e iniziano a usare da un anno di età e che è alla base di qualsiasi altro linguaggio.
Il progetto del podcasting è il progetto di base per qualsiasi altro progetto successivo ed è più facile utilizzare strumenti di IA in questo ambito rispetto a tutti gli altri. Il podcasting si delinea quindi sempre di più come il media di base delle origini per qualsiasi tipo di adattamento e di trasformazione. Hai una traccia audio registrata, la porti su una pista e monti un video, disegni, elabori grafiche e, in questa funzione lo adatti e modifichi. Il lavoro opposto sarebbe talmente complesso da renderlo impraticabile anche economicamente.
Tendenze di fondo e loro conseguenze
Allora ci chiediamo: può un docente ignorare i cambiamenti? O, al contrario, non è stimolante e affascinante poter dire: insegno e formo i miei discenti ad acquisire competenze e abilità straordinarie, che lo aiuteranno in questo mondo così complicato e complesso?
Detto in altri termini: aiuto i miei studenti a diventare più intelligenti, a disporre di senso critico e a tendere a padroneggiare le conoscenze e i loro rapporto con il mondo (Mastery Learning). Quale soddisfazione migliore potrebbe mai avere un insegnante? E non è questa la funzione fondamentale della scuola?
Ecco che il podcasting, cioè una trasmissione culturalmente fondata sulla radiofonia e sull’esperienza di ribellione e indipendenza delle radio libere degli anni settanta - e tecnicamente strutturata intorno a un banale feed RSS - è il solo strumento che permette di acquisire competenze in tutti i media, applicazioni e piattaforme, che permette di integrare e distribuire tutto e perciò che permette una reale crescita pedagogica e cognitiva (Vygotskij), attiva (Freinet) fondata sulla padronanza (Bruner) e significativa (Ausubel), collegata alle proprie capacità professionali.
Siete fortunati a leggere queste considerazioni (e molte altre fonti), che offrono una così ampia e perfetta prospettiva. Ma partecipare non basta, occorre capire, studiare, documentarsi e provare, provare. Il lavoro dell’insegnante non è certo una passeggiata, anche se, socraticamente parlando, si può insegnare passeggiando.
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